Intervista del Monkey
Island Site (Alfredo Tommaselli) a Massimo Antonio Rossi
Alfredo Tommaselli: - Ciao
Massimo, ti ringrazio per avermi concesso questa intervista. Per rompere
il ghiaccio, comincio a chiederti del tuo lavoro. Come hai cominciato
questa tua attività?
Massimo Antonio Rossi: - Intanto,
ciao a te e a chi c'è! E' la mia prima inter(net)vista e non ho ancora
fatto l'abitudine a questo flusso di kilobyte che ti si appiccicano dappertutto.
Dov'è finito il classico buon giornalista col taccuino di una volta? Comunque
un "Bravo!" per il tuo sito che, eccetto la mia faccia (a proposito, la
tua dov'è? Non ti vedo!), mi sembra piccola miniera di "pepite" per i
fans di Monkey Island che saluto: come si dice?… Ayò! Vabbè ho capito
che qui ci tocca lavorare. Non ci si può nemmeno sedere qui dentro…che
so, almeno una .gif-poltrona…come saprai l'ultima crociera ai Carabi non
è stata una passeggiata! Allora: se come immagino parli del mestiere di
attore in senso lato, è iniziato tutto un bel po' di anni fa. Avevo 20
anni, nel 1979, e mi iscrissi all'Accademia d'arte Drammatica della mia
città: Bologna. L'abbandonai presto; non appena mi ritrovai con una borsa
di studio e un'ammissione al primo anno di attività della Bottega Teatrale
di Firenze diretta da Vittorio Gassman. Lì si faceva sul serio e Gassman
fu un eccellente maestro prima e un severo ma indimenticabile "padre"
artistico poi, dato che subito dopo mi volle con sé in palcoscenico. Al
debutto dell'"Otello" di Shakespeare ero il più giovane attore della sua
compagnia. Fu così che cominciai. Le prime esperienza di doppiaggio invece
furono qualche anno dopo a Milano, nell''83.
Alfredo Tommaselli: - Doppiare
e recitare sono due cose simili oppure no? Il doppiatore recita il copione
così come è nella lingua originale, cercando di ricreare le stesse cadenze
ed intonazioni o può lasciarsi andare ad una interpretazione più personale,
variando eventualmente anche l'impostazione della voce?
Massimo Antonio Rossi: - Sei
sicuro che il tuo server ti fornisca abbastanza spazio web? Qui il discorso
potrebbe farsi lungo e non vedo link a cappuccini e brioches qui intorno.
Spero di essere sintetico. Diciamo che il doppiaggio è, se vogliamo, una
variante del lavoro più complesso dell'attore, ma si tratta pur sempre
di recitazione. Non potrebbe essere altrimenti.
Alfredo Tommaselli: - Ti ho
posto questa domanda, perché mi sono chiesto quanto un doppiatore può
"aiutare" una recitazione approssimativa che spesso si coglie in molti
attori stranieri. Non voglio fare nomi, ma non sono tutti Al Pacino….
:-)
Massimo Antonio Rossi: - E
meno male! Pensa che fatica faremmo a riconoscerli! Adesso sono curioso
io, un giorno mi dovrai dire chi sono secondo te i peggiori attori stranieri.
Potremmo farli doppiare malissimo per essere più rispettosi dell'originale.
Vabbè, a parte scherzi, nel doppiaggio cinematografico, dove detto per
inciso la "scuola" italiana è universalmente riconosciuta la migliore
nel mondo, è giusto lasciarsi "contagiare", e in qualche modo "condurre"
dal tipo di recitazione e dallo stile dell'attore che si sta doppiando
senza però mai cadere in un' insipida "imitazione" o rinunciare del tutto
alla propria personalità in uno stile "piatto" buono per tutte le occasioni.
Il risultato è grottesco: si ascolta quel terribile "doppiaggese" da telenovela
che i comici hanno giustamente ridicolizzato. Ecco, credo che il confine
da non superare in un buon doppiaggio sia proprio quello: rispettare il
lavoro originale, soprattutto in relazione al "personaggio", cercando
di "servire" lo spirito del film con il proprio talento, se c'è. Bisogna
ricordare che l'attore cui si presta la voce ha, a sua volta, ricevuto
indicazioni precise dal regista e non si potrebbe fare diversamente senza
snaturare del tutto l'opera. Se poi il doppiatore, il "doppiato" e il
direttore di doppiaggio sono anche bravi e vanno in sintonia (anzi in
"sinc.") il risultato non può che essere positivo. I veri attori poi -americani
e non- possono oltrepassare le frontiere della lingua con la loro espressività.
Può essere un'esperienza istruttiva anche per i non addetti ai lavori
gustarsi un bel film con i sottotitoli. In questo senso, il DVD è una
vera "chicca". Al Pacino ad esempio, per stare al "mostro sacro" che hai
citato, è magistralmente doppiato da Giancarlo Giannini, tuttavia è un
piacere ascoltarselo anche in colonna originale, persino per chi non conosce
l'inglese. Ma, è ovvio, soprattutto per molti prodotti di serie "B" il
doppiaggio non è una perdita, anzi.
Alfredo Tommaselli: - Mi hai
accennato al teatro. Come vivi il rapporto con il pubblico e come la presenza
fisica degli spettatori può incidere rispetto alla registrazione di un
doppiaggio fatto alla presenza dei soli colleghi e dello staff tecnico.
Massimo Antonio Rossi: - Ovviamente
paragonare il Teatro al doppiaggio è impossibile. Così come la recitazione
radiofonica a quella cinematografica e via dicendo. Sono come discipline
diverse all'interno dello stesso sport. Ci sono il Pentathlon e il Decathlon,
certo, e il Carl Lewis che corre 100m., 200m., staffetta e salto in lungo
può essere paragonato all'attore particolarmente versatile. Non per questo
però, chi pratica una sola disciplina è meno atleta. In Teatro sei lì
in carne e ossa, senti e vedi le facce, i respiri del pubblico in un "corpo
a corpo" col personaggio che interpreti. In studio di registrazione, non
dico che non ci si possa divertire e persino "crescere" come attore, ma
giuocano molto componenti come buoni riflessi, "orecchio" e una voce compatibile
coi misteri del microfono, oltre a imparare ad usarla in maniera adeguata.
Per questo sono necessarie esperienza e umiltà, come sempre. Non tutti
gli attori di teatro, ad esempio, possono fare doppiaggio - per ragioni
diversissime caso per caso - e può naturalmente capitare che un ottimo
doppiatore su un palcoscenico non sia in grado di dare altrettanto. Ma
nel nostro paese, se fai questo mestiere e hai la fortuna di poterti esprimere
in più campi, è meglio. Ad ogni modo, fare il doppiatore a buoni livelli
richiede anni e anni di apprendistato: per certi nomi si può parlare veramente
di ottimi attori anche se restano perlopiù sconosciuti al grande pubblico.
L'importante, come credo in tutti i mestieri, è divertirsi e sentirlo
utile. Per questo avere di tanto in tanto una qualche forma di dialogo
col pubblico può servire.
Alfredo Tommaselli: - Parlaci
ancora di te. I tuoi Hobby, la tua famiglia, i tuoi interessi e magari
i film ed i videogiochi che preferisci.
Massimo Antonio Rossi: - Hobby?
L'informatica naturalmente! Oltre alla mia collezione di tombe vuote di
Le Chuck. :-). No, sul serio, avrei voluto più di ogni cosa scoprire in
me una vocazione unica e "assoluta" ma poi ho dovuto rassegnarmi alla
mia natura irrequieta. Ad esempio mi piace scrivere, come vedi :-), e
non è escluso che prima o poi commetta qualche malefatta libresca come
sognano già di fare venti milioni di nostri concittadini, o giù di lì.
Prima di iniziare a fare Teatro ho fatto studi di arti figurative e ho
un conto aperto con la scultura, da sempre. Qualche mio pezzo è perfino
esposto qua e la. A suo tempo ho corso in motocicletta: firmavo una rubrica
sul settimanale Motosprint. Poi, per un certo periodo, mi sono anche occupato
di pubblicità a livello professionale ma senza mai la minima intenzione
di abbandonare l'arte… Sulla mia famiglia posso dirti che vivo a Bologna
con la mia compagna. Ho una figlia quattordicenne, Federica, nata da un
precedente matrimonio che è la mia "interfaccia" di comunicazione coi
giovanissimi. E' una ragazza intelligente che ama molto la musica e conosce
a memoria le parole di più di 150 canzoni tra italiane e straniere. Impressionante!
Per quanto riguarda i videogame l'ho vista appassionarsi soprattutto a
Monkey 3 (il 4 l'ha solo visto, per ora) e Dungeon Keeper 1 e 2, che sono
anche i miei preferiti oltre ad Alpha Centaury, Jack Niklaus 4 (golf),
GP3 e…il mio Backgammon quotidiano. Per i film ti dirò quelli che mi sono
piaciuti di più negli ultimi due anni: "Truman show" e "American Beauty",
anche se l'offerta di buon cinema non manca, per la verità. Tra i film
italiani segnalerei "I cento passi" e "Fuori dal mondo". Insomma, mi sembra
di aver detto abbastanza. Mi sembra già quasi di captare un bel "chissenefrega!"
telepatico da parte dei naviganti del Monkey Island Site! :-)
Alfredo Tommaselli: - A quale
attore del grande schermo ti piacerebbe dare la voce, se ancora non lo
hai fatto, e perché. Anzi dimmi due nomi, un attore italiano ed uno straniero.
Massimo Antonio Rossi: - Due
nomi? Che dirti mai sugli italiani? E' dai tempi del neorealismo che non
si doppiano più gli italiani! Non so, potrei scambiare la voce con Sandro
Ciotti, così, tanto per esaminare da vicino quel glorioso trapano a valvole
che si ritrova nella laringe. Solo che poi sbaglierei tutti i nomi dei
calciatori. E perché no ad Anthony Hopkins? A patto che poi me la restituisca!
Magari dopo aver migliorato la mia pronuncia inglese. Gli attori stranieri
viventi (per i defunti vorrei un'intervista a parte) che preferisco sono
(davvero!) Hopkins, Marlon Brando (soprattutto tra i 75 e i 120 kg.),
Depardieu, Tom Hanks, Al Pacino, William Hurt, Tim Roth, Gary Oldman,
Kevin Spacey, John Travolta, Edward Norton (l'alter ego di Brad Pitt in
"Fight Club") ed Ewan Mc Gregor (protagonista di Trainspotting). Per gli
italiani dal dopoguerra ad oggi ti dico per primo il mio maestro: Gassman,
e poi Gian Maria Volontè, Mastroianni, Salvo Randone, il già nominato
Giannini, e vorrei dirti Gaber (ma solo perchè perché comincia per "G")
quindi preferisco Gino Cervi (che oltre ad esser stato il doppiatore di
Lawrence Olivier è stato un impareggiabile "Commissario Maigret" nell'
omonimo sceneggiato TV anni '60 che consiglierei a molti giovani di rivedersi
in videocassetta), poi insisto con Buazzelli, Moschin (sottovalutato stupidamente
dal nostro cinema), tra i giovani trovo molto bravo Luca Zingaretti (l'avrai
visto in tv nei panni del poliziotto Montalbano) e tra i comici Corrado
Guzzanti e il mio amico Bergonzoni. Tra le signore beccati Anna Marchesini,
la Magnani, Franca Valeri e Sabina Guzzanti, e le straniere Bette Davis,
Emma Thompson e Ivana Spagna (ma solo perché somiglia moltissimo alla
nostra cantante Kim Basinger) :-) Ma tu non volevi due nomi? Hai sbagliato
indirizzo, ragazzo! Se avessi le idee così chiare come avrei potuto doppiare
Guybrush?
Alfredo Tommaselli: - Ah sì…ehm,
certo! Segui o pratichi qualche sport in particolare? Tifi per qualche
squadra italiana di calcio? :-)
Massimo Antonio Rossi: - Il
mio sport preferito consiste nel coltivare pacatezza verso qualsiasi sport.
Guardo sonnacchioso - ma vigile - l'automobilismo e a volte sogno di fare
partite a tennis. Sul calcio non saprei cosa dire. Roba del tipo: troppi
soldi e troppa violenza? Comunque "Forza Bologna!"
Alfredo Tommaselli: - Come
ti sei avvicinato al mondo dei doppiaggi nei videogiochi? Come hai scoperto
questa alternativa a quelli che erano i tuoi impegni abituali?
Massimo Antonio Rossi: - Era
già capitato che mi trovassi a doppiare cartoon per la televisione. Lì
ci si trova a dare la voce a squali spaziali, nonni comprensivi, arguti
gufi, paterni ghepardi, querce parlanti, nani, funghi, e così via. Fu
una bella palestra. Sperimentavo voci di ogni tipo e tutte sembravano
funzionare. Insomma, mi divertivo! Scoprii che la C.T.O., la ben nota
casa distributrice di videogame, "localizzava" a Bologna e trovai comodo
lavorare anche nella mia città. Dopo tanto peregrinare anch'io avrei potuto
"localizzarmi" un po'! :-). Iniziò una collaborazione con lo studio Florian,
dove si registravano i giochi della C.T.O. Tutte le voci per le localizzazioni
dei videogiochi della Lucas sono sempre state approvate dalla casa madre
tramite un provino e così è stato anche per Guybrush. La sfida in questo
caso fu di "alleggerire" la mia voce (certe mattine sembro Barry White)
fino a darle un timbro che suonasse attorno ai 25 anni. A Los Angeles
si ascoltarono il file con la mia voce e dopo una settimana era di ritorno
con un bel timbro O.K. firmato George! Bè, almeno credo che sia andata
così. :-)
Alfredo Tommaselli: - Oltre
a Guybrush, ai burattini "piccolo Guybrush e piccolo LeChuck", nonché
ad Ozzie Mandrill in Monkey 4, a quali altri personaggi virtuali ai già
dato la voce in passato?
Massimo Antonio Rossi: - Già
in Monkey Island 3 avevo doppiato il pupazzo Cucciolone, il barbiere-pirata
"napoletano" ed altri minori. Credo proprio che ormai si possa parlare
di cifre nell'ordine delle centinaia di personaggi. Nell'arco di sette
anni ricordo titoli come Grim Fandango dov'ero un "cattivo" su una nave,
alcuni della saga di Star Wars dov' ero C3PO, Watto e Jar Jar Binks, Indiana
Jones in cui ero l'antagonista con l'accento russo, in Dungeon Keeper
2 la voce di qualche "buono" qua e la, e poi una miriade di altri tra
spara-spara, simulazioni, strategia eccetera eccetera: Alpha Centauri,
Faust, Atlantis2, Ring, Street Wars, Egypt, Aztec…..
Alfredo Tommaselli: - Ti sei
divertito nel doppiare questi esseri fatti di calcoli al computer o ti
sei sentito a disagio nell'interpretare qualcuno, o forse è meglio dire
qualcosa, che non esiste? :-)
Massimo Antonio Rossi: - Come
sarebbe "non esiste"? Dici sul serio!?! Ora che me l'hai detto mi sento
a disagio. Peccato però, perché mi divertivo!
Alfredo Tommaselli: - Quante
ore di lavoro ci sono volute per dare voce a tutti i personaggi e quante
ne sono toccate solo a te per quelli da te doppiati?
Massimo Antonio Rossi: - Posso
solo dirti che in Monkey 4, per circa 8000 files e 4 ore (o più) di parlato
effettivo, solo di Guybrush, mi sembra di aver calcolato almeno una venticinquina
di ore di studio di registrazione e trenta ore di salivazione azzerata.
Ma giurerei che siano cifre per difetto. Potrebbero essere molto più precisi
i ragazzi della C.T.O. che hanno editato il lavoro.
Alfredo Tommaselli: - Ti chiedo
una indiscrezione adesso :-), sai se ci sarà un quinto episodio della
saga di Monkey Island? Se si, è già in lavorazione?
Massimo Antonio Rossi: - Come
sai, "Ho un contratto di ferro con la Lucas per cinque episodi di Monkey
Island"…Questa battuta ti ricorda niente? In realtà, però chissà, bah!
Effettivamente, comunque… pare, anzi potrebbe…del resto…tu che dici? Comunque
se ci sarà, non può che essere già in cantiere, dati i tempi di lavorazione.
Alfredo Tommaselli: - Con internet
che rapporto hai? Navighi spesso? Quali sono i temi sulla rete che più
stuzzicano il tuo interesse?
Massimo Antonio Rossi: - Ottimo
internet! La polena del mio modem non tace un attimo anche senza orecchini,
collana e penna (oops, non avrò suggerito un'indizio?). Emette suoni del
tipo: piiiiiiiiiiiii-zuuuuuuuuuuu-crrr-crrr-crrr-scrscrcttttchckllll dopodiché
la polena tenta di stabilire un contatto per accordarsi sulle reciproche
intenzioni ma lì cominciano i problemi. Sembra che personaggi dai nomi
strani tipo Tin, Iol, Libero, Iperbole o simili, siano sempre alle prese
con orde di marinai affamati. Insomma, tra le 19 e le 3 del mattino il
rischio di finire nel triangolo delle Bermude è alto. Mi piace molto un
surfing senza meta, possibilmente veloce e in mari poco affollati. Ah,
inoltre diffidate dei Boleani: gente di carattere, ma spesso inaffidabile.
Alfredo Tommaselli: - Che
ne pensi in generale dei videogiochi, cosa rispondi a chi li giudica un
male che aliena i ragazzi (ed ora non più solo loro) dalla realtà?
Massimo Antonio Rossi: - Credevo
che la "realtà" fosse alienante. Ritengo però che certi videogame non
educhino a una corretta vita sociale. Seminare per strada cadaveri sanguinolenti
senza nemmeno ripulire per terra non è bello! Che diamine! Se uccidi qualcuno
in casa tua non fai così! Ma questo malcostume per fortuna non riguarda
Guybrush & Soci.
Alfredo Tommaselli: - Prima
di concludere volevo lasciarti la parola riguardo ad un tema che so tocca
molto da vicino la tua professione. La questione riguardo il troppo poco
spazio che spesso si da al doppiaggio, ritenendolo scontato, senza tenere
conto degli sforzi di chi in modo così attento lo porta a termine, proprio
come te. Dicci tutto quello che pensi riguardo a questa "disattenzione".
Massimo Antonio Rossi: - Mannò
dai, in fondo non è poi così male in un generale corri-corri verso i riflettori
starsene ogni tanto appartati e un po' in penombra…certo, se continuo
a espormi così, rischio che mi si noti troppo! :-) Per la verità da qualche
anno c'è una crescente attenzione al mondo delle "voci" e il tuo interesse
ne è una dimostrazione. Tanti giovani aspiranti attori hanno cominciato
a guardare al mondo del doppiaggio sognando di farne la propria attività
principale, solo che oggi è molto più arduo che in passato. E questo non
mancherà di portare frustrazioni diffuse. Lasciare che fioriscano ovunque
scuole e scuolette di recitazione di ogni sorta, vere fabbriche di alienati
(quelli sì!), senza pensare di stabilire regole certe di qualificazione
professionale è semplicemente irresponsabile. Aldiquà del microfono, si
percepisce da parte del pubblico curiosità e simpatia per le voci preferite,
e anche una capacità di riconoscere un buon lavoro in misura superiore
a quella mostrata da molti responsabili dei meccanismi produttivi. Ecco,
qui il discorso potrebbe farsi più serio ma significherebbe mettere in
discussione tendenze del cosiddetto mercato di cui da troppo tempo non
si viene a capo. D'altra parte, tanto per non piangersi addosso, è da
sempre difficile far discorsi come "categoria" in un ambiente in cui la
paura di rovinare il proprio orticello di relazioni personali (che in
Italia sembra l'unico modo per lavorare) è più forte di qualsiasi voglia
di fermarsi a riflettere per migliorare alcunché. E' il solito: " 'ccà
nisciuno è fess, guagliò!" E avanti così….Ma noi continuiamo per la nostra
strada, no? :-)
Alfredo Tommaselli: - Sei stato
gentilissimo e chiarissimo, oltre che estremamente simpatico :-), sono
davvero molto contento della disponibilità che hai dato anche nel darmi
per un po' di tempo la tua e-mail da mettere nel sito per rispondere direttamente
alle eventuali domande dei visitatori del Monkey Island Site. Non ti tedio
oltre :-) con altre domande, forse solo una sulla politica…..no scherzavo,
niente paura :-), grazie ancora ed a presto.
Massimo Antonio Rossi: - Ayò!